Pare che io non parli ma ispiro, e da mani umane mi lascio plasmare, io pietra. Modellare fino alla metamorfosi finale. Ecco che infine, anch’io parlo.

Tonalite

Max Lamb, Campione
Esposizione in cava
2016

Approfondimenti
Max Lamb
Campione in Italian means sample or champion.

Campione is a chair, but also a three –dimensional demonstation of the skills, techniques and facilities of Pedretti Graniti, and a celebration of the natural beauty of Tonalite Granite and the array of finishes in which it is availble.Campione serves as both a sample ana a champion of Pedretti Graniti.

 

Tonalite

Max Lamb, Boulders
Salon 94 Design
New York, 2017

Approfondimenti
Max Lamb
Boulders

For his first solo exhibition with Salon 94 Design, Lamb presents  Boulders, a new series consisting of eleven Tonalite Granite chairs and nine stools. They tell the story of the Adamello mountains, their geology, and the force of the river thet continue sto sculpt the Tonalite Granite into smooth boulders in perpetuity. “Boulders” is a deeply personal pilgrimage to the mountain landscape surrounding the Italian village of Carisolo, an exploration of the waterfalls and river ways of Adamello. On the five or so previous trip sto visit Pedretti Graniti, I had hiked some of the mountains trails on route to the quarry, and collected from the rivers a handful of the smooth rounded pebbles of the same black and white speckled granite found in the quarry.The power of the fast pace driver can be heard, felt and even tasted in the air due to the fine spraydrifting down the valley from the thundering Nardis waterfalls. The power of the river i salso immediately visible in the way it has carved the landscape over milions of years, and perhaps only slightly quicker, shake the river and eroded the loose granite rocks as they tumble down stream until they become perfectly smooth rounded boulders.

 

Marmo Carrara

Nils-Udo, Nest
Artesella
Trentino, 2015

 

Marmo Nero

Nils-Udo, Black Bamboo
Fondation EDF
Paris, 2019

 

Approfondimenti
Nils-Udo
Black Bamboo

Nel silenzio di un vicolo, un nido è annidato nel cuore della fondazione EDF. Sette uova di marmo nero, disposte su una fine ghiaia di marmo di Carrara, e circondate da un centinaio di bambù tagliati, provenienti, come per loro, dalla piantagione di bambù di Anduze. Per dar loro il benvenuto, la vecchia sottostazione elettrica reinvestita si immerse nell’oscurità. Solo pochi punti illuminano il nido addormentato, tranquillo, lontano dai piedi. L’installazione è monumentale e occupa l’intero spazio, dal piano terra al primo piano, con i suoi spettacolari raggi di bambù. Nils-Udo, artista plastico tedesco nato nel 1937, è il simpatico papà: alto, peloso, ci ricorda un albero saggio … Tuttavia, a partire dai suoi 82 anni, non si tratta di mettere radici! La creazione di questo “lavoro coperto” – un evento molto raro nella lunga carriera di questo grande nome nella land art, più abituato alle foreste che alle rotaie – lo ha ispirato follemente: “È il primo pezzo di una serie a venire”, spiega, desiderando aumentare le installazioni nei musei in futuro. Il suo primo nido risale al 1978: creato in una foresta tedesca, consisteva in dozzine di tronchi di betulla tagliati pronti per essere gettati, trovati per caso da Nils-Udo. Una fotografia ripristina la sua maestosa circonferenza, accanto a tre altre immagini delle opere effimere dell’artista, che descrivono il suo lavoro sui vertiginosi come sull’infinitamente piccolo – con, ad esempio, le sue installazioni di foglie. Così distribuito in questa fondazione d’arte, il nido, luogo in cui la vita cresce in attenzione e calore, si chiama: guardiamo dal mondo!

Foto: Nicolaï Soulski / Agenzia Toma

 

Tonalite

G. Orsingher, Sassi ibridi
Castello di Pergine
Trento, 2019

Approfondimenti
Giuliano Orsingher
Opera in Tonalite e abete, altezza media 4 metri.

Tonalite

G. Orsingher, Spleen
Esposizione in cava
2012

Approfondimenti
Giuliano Orsingher

Spogli da dimensioni pratiche siamo ancora in uno spazio da riconoscere nel destino attraversato da incalcolabili tragitti.Soccorsi nei possibili slittamenti si sperimenta sottraendo la materia per poi restituirla, modificarla ma non alterata,come un fluido in continuità.Forse da questo approdo scaturisce il nuovo significato di appartenenza all’ambiente. Il percorso è comunque quello della Natura.

Tonalite

Max Lamb, Boulders
Salon 94 Design
New York, 2017

Approfondimenti
Max Lamb
Boulders

For his first solo exhibition with Salon 94 Design, Lamb presents  Boulders, a new series consisting of eleven Tonalite Granite chairs and nine stools. They tell the story of the Adamello mountains, their geology, and the force of the river thet continue sto sculpt the Tonalite Granite into smooth boulders in perpetuity. “Boulders” is a deeply personal pilgrimage to the mountain landscape surrounding the Italian village of Carisolo, an exploration of the waterfalls and river ways of Adamello. On the five or so previous trip sto visit Pedretti Graniti, I had hiked some of the mountains trails on route to the quarry, and collected from the rivers a handful of the smooth rounded pebbles of the same black and white speckled granite found in the quarry.The power of the fast pace driver can be heard, felt and even tasted in the air due to the fine spraydrifting down the valley from the thundering Nardis waterfalls. The power of the river i salso immediately visible in the way it has carved the landscape over milions of years, and perhaps only slightly quicker, shake the river and eroded the loose granite rocks as they tumble down stream until they become perfectly smooth rounded boulders.

Tonalite

G. Orsingher, Litodomo
Spiazzo Rendena
Trentino, 2009

Approfondimenti
Giuliano Orsinger
Litodomo

La Naturalità di una superficie o forma che si può trovare in un blocco di pietra, accostata ad un volume fatto della stessa materia ma definito da un intervento di taglio geometrico, mette in atto una contrarietà equivalente a quel senso umano vagante tra energia terrena e forza dello spirito innaturale.

Tonalite

Ettore Sottsass,  Fontana
Esposizione Progetto Pietra
MART Rovereto, 2015

Approfondimenti
Ettore Sottsass jr.
Fontana in granito dellAdamello

“L’idea di una fontana lunga e stretta si rifà più o meno alle antiche fontane di montagna dove gli animali andavano a bere e che erano lunghi tronchi d’albero scavati. L’idea di non abbandonare questa memoria mi è stata suggerita dal fatto di poter avere a disposizione un bellissimo granito che si chiama Granito dell’Adamello (Tonalite), cioè avevo a disposizione una pietra che proviene dalle alte montagne del Trentino. Naturalmente, dato che i tempi delle fontane di legno sono passati, ho pensato che una fontana di Granito dell’Adamello poteva anche diventare una specie di piccola scultura e così è venuta fuori una fontana che si vedrà. Molte altre spiegazioni non le posso dare perché anche io non le conosco.”

Tonalite

E. Souto De Moura 
L’ultimo Baluardo,
Artesella, Trentino, 2019

Approfondimenti
Ettore Sottsass jr.
L’ultimo baluardo dell’architettura: questo è ciò che ci resta…

Il “baluardo”, progettato per Arte Sella dal Premio Pritzker Eduardo Souto de Moura, è stato realizzato da Pedretti Graniti  in Tonalite dell’Adamello e posizionato nel bosco di Villa Strobele. L’installazione scultorea è come una “porta” che collega il parco di Villa Strobele alla foresta, una sorta di “dolmen” contemporaneo che il “maestro” portoghese ha voluto posizionare al limite dello spazio espositivo e verso la montagna. Con la forza solida e “perenne” del granito di una montagna sacra come l’Adamello, l’opera è calibrata e contenuta rispetto all’ambiente circostante e si pone come soglia di transito e “baluardo architettonico” per farci riflettere sia sul senso dell’architettura che sul nostro essere fragili di fronte alla forza della materia, della natura e dei suoi eventi.

Tonalite

Aaron Nachtailer  
Clessidra, Glass Week
Venezia, 2019

Approfondimenti
Maison Random
Clessidra

Alla ricerca di una definizione del tempo, l’impiego diretto di materiali naturali come: l’albero, la pietra e il vetro di Murano, introduce a forme perfette. L’opera è trasformata in energia poetica con i meccanismi dell’immaginario e dell’interiore.L’albero, la pietra che tende a un’immagine assoluta, mentale, alberi e pietre intesi non come segni figurativi, ma come strumenti di una pratica rituale. Ciò che distingue l’opera di Nachtailer è il profondo attaccamento al paesaggio della nativa  Patagonia e coerentemente espresso in una poetica, in immagini che prendono forme densissime eppure estremamente semplici, è tempo in dialogo con la materia. Per l’artista, essere in relazione con la natura è condizione peculiare. Produrre un rovesciamento tra esterno e interno, tra spazio naturale e spazio culturale, e l’opera d’arte corrisponde con la materia fisica primaria per eccellenza. Una visione  della realtà, secondo la quale vi è una corrispondenza simbolica fra gli enti naturali e le verità spirituali; la natura è un repertorio di insegnamenti morali. Offre all’uomo la possibilità non solo di libertà e godimento estetico, ma anche di raccoglimento: l’uomo ritrova se stesso. L’artista invita a prendersi un momento, fermare il tempo, e trovare un equilibrio tra la nostra parte razionale e quella naturale. 

Porfido

Ugo Re, The Egg,
presso VeluxLab, 2020

Approfondimenti
Ugo Re
The Egg

 

Un uovo di porfido camuno (Ugo Re ha antiche origini nella “Valle dei Segni” preistorici) si posa in Bovisa, Politecnico di Milano, presso VeluxLab.

Come per la panca Wilma anche The EGG fa parte di quella ricerca, sviluppata da Ugo Re con Pedretti Graniti, che mira a disegnare l’arredo urbano con funzioni multiple. Sull’uovo ci si può sedere ma la sua massa funge anche da dissuasore  e protettore verso l’area di manovra dei mezzi a motore verso il cancello carraio.

The EGG sembra il fossile di un uovo di dinosauro, posatosi a Milano. E’ ottenuto dal prezioso porfido di Crocedomini (cava più alta d’Italia) sopra Prestine (luogo di origine degli avi di Ugo Re) ed è ottenuto tramite lavorazioni con macchine CNC multiassiali a controllo numerico e tecnologie di moderna lavorazione lapidea con cui Graniti Pedretti mostra come il futuro tecnologico e la antica tradizione della pietra sono oggi assolutamente conciliabili.

Tonalite

Wilfredo PrietoBeso,
Milano City Life, 2020

Approfondimenti
Wilfredo Prieto
Beso

“Due graniti fino a Milano”, facendo il verso ai più famosi “Tre fili fino a Milano” di Ermanno Olmi (cortometraggio industriale del 1958 ambientato in Val di Daone che racconta, non senza accenti poetici, di una squadra  di operai impegnati al montaggio di una linea elettrica a 220.000 volt ai tempi dei grandi lavori idroelettrici),  si potrebbe intitolare la singolare iniziativa artistica che ha visto piombare lo scorso settembre dalla Val di Genova nel cuore della metropoli lombarda, a mo’di meteoriti, due rocce di tonalite dell’Adamello a comporsi in un suggestivo bacio di pietra, all’ombra delle tre torri/grattacielo di City Life, il riqualificato quartiere storico della ex Fiera Campionaria. “Beso”(bacio in spagnolo), appunto, si chiama l’installazione di Wilfredo Prieto, quarantaduenne scultore cubano, che, accostando semplicemente due massi erratici granitici (di 30  tonnellate l’uno) che si sfiorano in un solo punto, scovati dopo una laboriosa ricerca nei pressi delle cave Pedretti in località Ponte Rosso in pieno Parco Adamello Brenta, è riuscito a rendere romanticamente, quanto plasticamente, la gestualità magica di un bacio. Fa impressione come due pietre grezze, modellate solo dalla natura, dall’azione millenaria dei ghiacciai, strappate dal loro contesto abituale e spostate nel loro significato, possano riconventirsi in una potente metafora visiva, fino a raccontare una tenerissima storia d’amore. Non è certamente il primo ‘bacio’ scolpito quello dell’artista cubano, potendosi annoverare nella storia dell’arte altrettanti strabilianti ‘baci di pietra’, ancora più prestigiosi, da quello classico in marmo di Carrara di “Amore e Psyche” (1787/1793) di Antonio Canova, a quello sensualissimo (1888/1889) di Auguste Rodin, per giungere al modernissimo “Le Baiser” (1907) del geniale scultore rumeno Constantin Brancusi, anticipatore con il suo bacio/abbraccio di una straordinaria semplificazione formale, dal sapore arcaico, primitivo, che farà scuola fino ai giorni nostri. A proposito di primordialità, in qualche maniera, i  due massi rendeneri richiamano i massi gemelli di Cemmo, anch’essi erratici, con incisioni dell’Età del Rame (III millennio a.C.) con figure antropomorfe, animali, scene di aratura, che hanno dato vita al primo sito d’arte rupestre camuna, svelando al mondo il meraviglioso racconto a fumetti, impresso sulle lavagne naturali di pietra non lontane dai graniti adamellitici. Pure le due pietre camune sono poste l’una accanto all’altra, in silenzioso e misterioso dialogo, all’interno del parco archeologico che le ospita. Non c’è dubbio che l’apparato decorativo che caratterizza queste ultime non si ritrova sulle grezze superfici dei due blocchi della Val di Genova, ma neanche si possono escludere fenomeni di megalitismo nostrano (monumenti eretti con blocchi di pietra di grandi dimensioni). Il nostro “Beso”, anzi, nella sua intriseca forza plastica, di una architettura che non può essere più essenziale, si pone in formidabile contrasto con i grattacieli super tecnologici delle archistar Zaha Hadid, Daniel Libenkind e Arata Isozaki, rivendicando alla natura il ruolo di primo modello per ogni processo creativo. Il ‘bacio’ rendenero, inaugurato il 9 settembre 2020, è una delle oltre venti sculture che danno corpo al progetto di arte pubblica a cielo aperto, denominato ArtLine, all’interno del magnifico recupero urbano di City Life, un vero gioiello della nuova Milano. Finora sono state completate otto opere, tra le quali, molto vicino allo spirito di “Beso”, “Filemone e Bauci”(dalla mitologia greca) del duo artistico Ornaghi & Prestinari, due colonne di alluminio umanizzate, che abbracciandosi guardano in alto verso le tre torri.